23/02/10

Il Mirtillo (parte 2): i principi attivi

Questo post è più per “addetti ai lavori”: Farmacisti preparatori, Responsabili del controllo qualità, …

Cosa c’entrano tre fiori, una peonia, una malva e delle petunie con il mirtillo?Una classe di principi attivi antiossidanti, molto affascinante, è quella delle antociandine, pigmenti rosso viola presenti in molti vegetali per proteggere dai raggi ultravioletti giovani piante, frutti e fiori da cui a volte prendono il nome: peonidina, malvidina, petunidina. Le antocianidine appartengono alla famiglia dei flavonoidi e nelle bacche fresche di mirtillo si trovano in forma glucosilata, legate a uno zucchero (glucosio o galattosio o arabinosio), e prendono nome di antocianine o antocianosidi.

Nell’estratto di mirtillo si trovano sia le antocianine, glucosidi, che le antocianidine, agliconi, ma è fondamentale che la percentuale di queste ultime sia molto bassa, in quanto sono scarsamente biodisponibili e sono indice di qualità mediocre.
La rottura del legame tra l’antocianina e lo zucchero può essere dovuta da diverse cause come l’utilizzo di prodotto non fresco o un errato procedimento di lavorazione o un problema nella conservazione del prodotto.

Quindi, il primo punto per la valutazione qualitativa dell’estratto, è che nella documentazione tecnica deve essere ben specificato il contenuto della frazione glucosidica (un prodotto ben purificato ha un contenuto in antocianine o antocianosidi del 36%.)

Il Vaccinium myrtillus contiene 15 antocianine ben identificate mentre altri “Mirtilli” ne contengono in minor quantità, e hanno attività inferiore e differente.
Il metodo ufficiale stabilito dalla Farmacopea Europea per la valutazione del contenuto dei principi attivi è quello spettrofotometrico.
Con tale metodo si ottiene il contenuto totale ma non sono possibili l’identificazione e la quantificazione precisa dei singoli pigmenti; la titolazione viene espressa genericamente come antocianine (o antocianosidi) calcolati come antocianidine (un estratto purificato ha un contenuto del 25%)

Il metodo HPLC (Cromatografia liquida ad alta prestazione) separa i componenti in singoli picchi permettendo l’identificazione delle diverse antocianine. Al momento però non esiste un metodo ufficiale ma solo quello messo a punto da alcune aziende. Sarebbe comunque opportuno chiedere ai fornitori almeno un cromatogramma per verifica.

Un’alternativa più semplice ed economica per l’esatta identificazione è quella di utilizzare la buona vecchia TLC (cromatografia su strato sottile) che permette di separare su lastra i singoli pigmenti.

Reference
4 Mirtillo
T2 paeonidin-3-glucoside
T3 malvidin-3-glucoside
T4 cyanidin-3,5-diglucoside
T5 delphinidin-3-glucoside
T6 delphinidin-3,5-diglucoside

L’attenzione sull'identificazione della specie corretta è fondamentale in quanto può avvenire che sul mercato vengano introdotti, da fornitori poco scrupolosi, estratti di altre specie Vaccinium, prevalentemente di origine asiatica, spettrofotometricamente perfetti ma con composizione chimica non conforme.
Il motivo è che le antocianine sono presenti in moltissime altre specie vegetali “economicamente” più interessanti del mirtillo, che vengono utilizzate per "arricchire" i principi attivi degli estratti di mirtillo.
Il consiglio è di dubitare di prezzi troppo allettanti, di verificare l’affidabilità e la preparazione dei fornitori e la completezza della documentazione in cui deve essere specificata nei dettagli la composizione dei principi attivi.

2 commenti:

  1. Potresti darmi qualche informazione sulla metodica TLC?
    In particolare è possibile utilizzare questa metodica per anche per sapere il contenuto dei principi attivi? Quale standard è meglio utilizzare?
    Grazie
    Ambrogio

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  2. Ritengo molto completo il testo "Plant Drug Analysis a Thin Layer Chromatography Atlas" di H. Wagner e S. Bladt (Springer) nel quale sono riportate metodiche e fotografie di TLC di moltissime piante officinali.
    Per effettuare controlli qualitativi consiglio di non utilizzare, almeno inizialmente, standard puri, ma fare comparazione tra estratti differenti valutando il numero e l'intensità delle macchie.
    E’ possibile, mediante TLC, avere un idea relativamente precisa del contenuto di principi attivi in un estratto. Occorre però avere un punto di partenza preciso: uno standard o un estratto con contenuto sicuro (working standard). Preparando diverse diluizioni del prodotto a contenuto certo e comparndo le TLC con quella dell'estratto in valutazione, è possibile stimare la titolazione identificando la diluizione corretta mediante l'intensità delle macchie.

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