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La maggior parte delle persone pensa che la Propoli sia una sostanza prodotta dalle api come il miele ma non è così.
Le piante hanno sviluppato nei secoli sistemi di difesa da agenti atmosferici e microorganismi.
Per difendere le giovani gemme e proteggere le ferite secernono sostanze resinose ricche in bioflavonoidi che hanno attività anti-batterica, anti-virale, per difendersi dai microrganismi e antiossidante per proteggersi dai raggi solari ultraviolettia.
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Le api hanno capito da millenni l’utilità di queste sostanze e hanno cominciato a raccogliere per difendere se stesse e l’alveare dalle malattie.
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Le api rielaborando queste resine producono la PROPOLI, una sinergia unica tra flora e fauna, grazie alla quale in un ambiente sovraffollato con temperatura elevata quale è un alveare, non esistono infezioni
La propoli viene utilizzata per sigillare l’arnia, per chiudere le celle, e anche per ricoprire i predatori uccisi all’interno, per evitare l’insorgere di infezioni.
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Tutte le piante producono queste resine che sono chimicamente differenti ma che hanno come caratteristiche comuni la ricchezza di bioflavonoidi e le attività terapeutiche: il lavoro di ricerca ha permesso di identificare questi principi attivi e le tecnologie estrattive necessarie per separarli dalle sostanze inerti come le cere e da dalle "sporcizie" quali pezzi di legno ali di api ecc. migliorandone la biodisponibilità.
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